Processioni, cappelle ed inseguimenti sulla ss Paullese (volume 1)

(ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale)

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“Casa chiesa e Paullesa”

Da noi si dice “casa, chiesa e Paullesa” (con licenza poetica). Sta a significare che, nonostante tu dia l’impressione di essere timorata dal signore, in noi hai sempre alimentato il sospetto di avere una seconda identità.

E credetemi……..E’ così !

La stessa regola vale per il più famoso e nazional popolare: “le figlie di Maria son le prime a darla via” ( salvo poi andarsi a confessare dal giovin curato che, già che è lì che glielo racconti, prova a vedere se c’è mezzo anche per lui. Peccato più, peccato meno, poi nel caso ci si confessa ancora).

Siamo gente di campagna e da bravi provinciali siamo fermi a queste cose qui.

Noi si è sempre andati sia in processione, sia a fare il “puttan-tour”. Si partiva dalla nostra amata statale e si arrivava fino a Milano.

Si, si, come prima gita nella metropoli lombarda, gli amici più grandi, quelli con la patente, non ci portavano a vedere il duomo (semmai qualche madonnina) e si finiva al Monumentale o in viale Melchiorre Gioia.

Comunque la ss Paullese (che per gli amici libertini significa santissima Paullese), da quando sono nato, è sempre stata meta di pellegrinaggio; mi aspetto che, da un giorno all’altro, venga innalzato anche un santuario.

A dir la verità c’è già ed è a forma di Motel.

Ma di questo parleremo nella prossima puntata.


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IL MOTEL CON LA CAPPELLA

Qui da noi in provincia, i preti hanno sempre dettato, o cercato di dettare, legge.

Ora, da qualche tempo, pare abbian voluto metter bocca (?) anche sul sesso clandestino. Sembra infatti vi sia una segreta richiesta, da parte del porporato, affichè si inseriscano nei nostri alberghi ad ore dei luoghi di preghiera.

I proprietari dei Motel si sarebbero anche dimostrati interessati visto che, così facendo, non pagherebbero l’IMU, diventando di fatto luoghi di culto, tipo degli oratori, ma del piacere.

In tutta sincerità devo dirvi che a me l’idea non dispiace.

Inginocchiatoi, preghiere e due colpi di cilicio, non credo possano stridere con tutte le altre “attività” che vengono svolte nelle camere dai lussuriosi ospiti.

La richiesta di avere una cappella nei Motel della provincia, magari in seguito anche della regione e perchè no di tutto il suolo nazional-immacolato, pare sia dovuta al fatto che il concistoro ecclesiastico sia intenzionato a portare “la buona novella” soprattutto nei luoghi in cui il peccato tende ad insinuarsi sotto forma di amplesso e perversione.

Mah !

Non sarà invece che, così facendo, si stia cercando di riportare all’ovile qualche preticello o qualche novizia dalla carne debole, qualche pecorina smarrita?

Ecco che allora una bella chiesetta, nei luoghi del piacere clandestino, metterebbe tutto in ordine. Subito dopo aver commesso qualsiasi atto immondo ci si potrà  confessare nella nuova cappella per lavarsi dal peccato.

Un po’ come un bidet:

”Lavato, asciugato, sembra neanche adoperato ! “

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DON LAMBORGHIN

Nella profonda provincia del nord, quella ricca, spesso ipocrita e misteriosa (per intenderci), negli ultimi anni ne sono successe di tutti i colori. Per lo più ha prevalso il nero.

Vi sarà senz’altro capitato di assistere in tv, dopo un fatto di cronaca, alla classica intervista al vicino di casa: “Era una brava persona, educato, lo vedevo poco, sempre buongiorno e buonasera”. Ecco, ha ammazzato moglie e figli, era una merda di uomo, ma era educato. La buona educazione in provincia sembra essere la caratteristica principale per distinguere tra brava gente e non. Un po’ come il vestito elegante con la cravatta.

Se infatti sei vestito bene e sei educato, dalle nostre parti ti sarà facile farti consegnare la pensione da qualche sprovveduto anziano, fingendoti un funzionario di un qualsiasi servizio energetico. Se poi sei educato e vestito da prete, allora il nostro provincialotto sarebbe pronto a qualsiasi cosa. Se sei anche un alto prelato, magari con le mani in pasta (per esempio hai un banco di alimentari al mercato della carità), magari giri in Lamborghini e ti piace toccare un po’ qua e un po là, tutta la comunità (o per meglio dire tutto il gregge), sarebbe pronta a buttarsi nel fuoco.

Anche nelle “sette” USA (e la nostra provincia sta sempre più assomigliando a quella stelle e strisce, tipo Alabama anni ’50) succede così. Diciamo che in tutte le province del mondo civilizzato c’è un sacco di gente pronta a farsi portare al pascolo dal pastore di turno che, quasi sempre, è anche fattore, contabile ed in alcuni casi è a capo di un’ agenzia di collocamento. Questo tipo di “potere temporale” vive e si alimenta nell’ipocrisia di certi gruppi di fedeli, sempre pronti a baciar rosari in nome del cuore immacolato sopra al quale, al momento opportuno, non esitano a metterci un bel macigno a forma di portafoglio.

Non importa quanto schifo e quanta menzogna possa circondare il nostro Don Lamborghin, quello che conta è la buona educazione condita da quattro favori alla comunità; agli occhi del “pecorame”, il nostro prete-affarista, è, e resterà sempre, una brava personcina. Poco importa se predicava bene ma razzolava male.

“Ma non erano le galline a razzolare ?” E i maiali ?

(continua)

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